Via Giulia Roma

Uno dei dieci palazzi storici della magnifica ed esclusiva via Giulia, a Roma e, probabilmente, il più famoso, è Palazzo Sacchetti, situato al civico 66.

L’edificio fu progettato dal celebre architetto Antonio da Sangallo che decise di farla diventare la propria casa. Il palazzo verrà costruito su un terreno che venne dato al Sangallo nel 1542 da Paolo III.

Il papa era il principale committente dell’architetto, che infatti gli dedicò lo stemma, oggi molto rovinato, presente sulla facciata anteriore del palazzo.

L’architetto si dedicò alla progettazione dell’edificio, che definiva “palazzo perfetto”, fino ad un anno prima della propria morte, avvenuta nel 1546. In seguito, il lavoro passò al figlio Orazio, per poi venire portato a termine da Nanni di Baccio Bigio.

L’immobile venne poi acquistato dai Ricci di Montepulciano, che vi investirono molto in lavori di ampliamento e, in seguito, dalla famiglia Cevoli (o Ceuli) da cui prese nome l’adiacente Vicolo del Cefalo.

Nel 1608 fu venduto al cardinale Ottavio Acquaviva d’Aragona, arcivescovo di Napoli, che vi fece costruire la cappella affrescata da Agostino Ciampelli

Nel 1648 il palazzo passò ai marchesi Sacchetti, originari di Firenze. Lo acquistò il cardinale Giulio Sacchetti che, dato storico curioso, per ben due volte mancò l’ascesa al soglio pontificio.

L’edificio è stato di proprietà esclusiva dei Sacchetti fino al 2015. Fu allora che la marchesa Giovanna Sacchetti vendette il piano nobile alla Sociedad General Inmobiliaria de España, il cui presidente è Robert de Balkany.

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Questa splendida prova di architettura rinascimentale ospita alcuni dei cicli più significativi del manierismo, con opere di Francesco Salviati, Pietro da Cortona Jacopino del Conte.

Da non dimenticare che questa magnifica dimora venne utilizzata per il film di Paolo Sorrentino La grande bellezza (2013), Premio Oscar come miglior film straniero. E’ il protagonista, il giornalista Jep Gambardella (che ha la bravura di Toni Servillo), a dire che “Viola, l’amica ricca e depressa, abita sola col figlio psicopatico a Palazzo Sacchetti, in via Giulia, dove organizza un pranzo a cui non parteciperà nessuno”.

Il cammeo nel capolavoro di Sorrentino ha inevitabilmente acceso i riflettori su Palazzo Sacchetti.Ne sono seguite aperture straordinarie al pubblico, con visite guidate fra le sue sale meravigliose. Come quella organizzata da ItalianWays magazine online sulle eccellenze dell’Italia nell’arte, nella cultura, nel paesaggio, nel design e nell’artigianato e riportata sul web magazine Blogo .

In quell’occasione, fu possibile godere della magnificenza, altrimenti celata, degli appartamenti nobiliari di Palazzo Sacchetti. A partire dai due saloni principali.

Il primo, dall’entrata, è quello dei Mappamondi, che si affaccia su via Giulia. Vi si trovano due grandi mappamondi antichi, uno terrestre e uno celeste datati fine ‘600, opera del cosmografo Vincenzo Coronelli. La ricchezza delle pareti dà un’idea di movimento. Chiaroscuri ed effetti ottici elaborati rendono l’ambiente suggestivo, quasi ipnotico. Merito degli affreschi di Francesco Salviati che raccontano gli episodi delle Storie di David.

Poi, proseguendo, camere e sale, salotti, una piccola cappella, quadri di famiglia, divani in tappezzeria preziosa. 

Fino ad arrivare ad un lungo corridoio, usato da Sorrentino nel film, che culmina con la grande galleria con una splendida vista sul Tevere, incorniciata dai platani.

Galleria Sacchetti, opera di Giacomo Rocca, contiene un ciclo di affreschi, stucchi, busti e statue antiche che è una riproduzione fedele della Cappella Sistina. E’ fra queste ceramiche che La Grande Bellezza rappresenta la solitudine della depressione aristocratica, incarnata dall’attrice Pamela Villoresi

Qui vi sono anche due celebri affreschi del ‘600 di Pietro da Cortona, raffiguranti la Madonna col Bambino e Adamo ed Eva. La collezione Sacchetti è inoltre arricchita da artisti del calibro di Guido Reni e GuercinoNel 1748 papa Benedetto XIV acquistò dalla famiglia 186 quadri, che andarono a formare il primo nucleo della Pinacoteca Capitolina.

Sempre dalla galleria, ci si può affacciare per spiare dall’alto il giardino, di recente restaurato (in cui Sorrentino ambienta il gioco dei bimbi con la suora). Il giardino all’italiana è un gioiello di proporzioni. Siepi, fontana, statue, panchine e chiostri in miniatura. Sul confine con il Lungotevere, si trova il piccolo edificio del Ninfeo, salvato dallo smog automobilistico da un intervento di restauro e messa in sicurezza. 

Un’ulteriore meraviglia conservata nello scrigno del grandioso Palazzo Sacchetti.

Class & Country Homes, dal 1958 Immobili di Prestigio.

In via Giulia 145, Palazzo Ricci