La Chiesa dello Spirito Santo Dei Napoletani

La chiesa dello Spirito Santo dei Napoletani è una delle perle della storica via Giulia.

Uno degli splendori di questo angolo centrale e caratteristico di Roma che, talvolta, come documentano le foto qui pubblicate, ospita anche eventi organizzati da terzi, come congregazioni ed ordini. In questo caso, la chiesa ha fatto da cornice alla celebrazione mensile dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.

 

Quella dei Napoletani si trova nel rione Regola ed è stata, per cinquant’anni, a partire dal 1934, la chiesa nazionale del Regno delle Due Sicilie. Fu quindi la casa cristiana a Roma dei nobili Borbone e il punto di riferimento della comunità napoletana dell’Urbe.

 

Inizialmente, la chiesa era chiamata Santa Aura in strada Iulia e vi era annesso un monastero di monache, così come riportato nel catalogo fatto redarre da Pio V. Nel 1572, ormai ridotta in uno stato pessimo, fu affidata alla Confraternita dello Spirito Santo dei Napoletani. L’edificio venne raso al suolo e, dopo due anni, venne costruita la nuova chiesa, dedicata allo Spirito Santo.

 

Nei primi anni del Settecento, l’immobile subì una profonda trasformazione. L’aspetto attuale è eredità dei restauri effettuati a metà dell’Ottocento.

Dal 1934 al 1984 vennero conservate in questa chiesa le salme del re Francesco II delle Due Sicilie, della regina Maria Sofia e della loro unica figlioletta, la principessa Maria Cristina Pia. Nel dicembre del 1984 le reali spoglie vennero trasportate, con una cerimonia solenne, nella basilica di Santa Chiara a Napoli.

 

L’interno della chiesa dei Napoletani è a navata unica con cappelle laterali. Tra le opere principali, vi sono, nelle cappelle di destra, il Miracolo di San Francesco di Paola di Bonaventura Lamberti e il monumento funebre del cardinale De Luca di Domenico Guidi. Nella cupola sopra l’altare maggiore, la Santissima Trinità di Giuseppe Passeri.

 

Nella cappelle a sinistra, quelli che vengono considerati i capolavori della chiesa. Si tratta del Martirio di San Gennaro di Luca Giordano, opera ultima del celebre pittore napoletano e dell’affresco della Vergine con il Bambino del pittore Antoniazzo Romano. Degno di nota anche il quadro di Domenico Muratori, che raffigura il Miracolo di San Tommaso d’Aquino.

 

E’ stato dato spazio anche per l’arte contemporanea, non solo per quella classica. E’ infatti presente il Christus Patiens, un crocifisso di grosse dimensioni, scolpito da Antonio Nocera.
Di pregio anche le vetrate colorate, apposte sul rosone e sull’abside della facciata. Sono opera del maestro Oscar Guarnieri e sono dono di diversi benefattori.

La chiesa è stata chiusa per tre decenni: infiltrazioni d’acqua molto importanti l’avevano deteriorata enormemente.

La rivoluzione avvenne grazie al nuovo rettore, nominato nel 1980. Monsignor Natalino Zagotto, originario di Soave (Verona) e adottato dalla città eterna già dagli anni Cinquanta, è l’uomo che ha voluto, promosso e fatto portare a termine il ripristino della chiesa dei Napoletani, permettendoci di vederla così com’è oggi. Venne effettuato un lavoro imponente, che spaziò dal consolidamento strutturale al restauro architettonico. L’opera venne progettata e diretta dall’architetto Giuseppe D’Emilio e realizzata dall’ingegner Maurizio Pouchain. E’ così che il luogo di culto ha ritrovato la propria bellezza originaria.

 

Per la riapertura della chiesa dei Napoletani, ristrutturata e rigenerata, venne scelta la data del Natale 1986.

Ora, è sempre aperta per le celebrazioni festive ed è il punto di riferimento di una comunità vivace, come ci racconta monsignor Zagotto, che ne è tuttora il perno.

Photo by LaLupa