Una Storia Tutta Italiana

Stare su piazza da quasi sessant’anni significa aver osservato l’evoluzione di un mercato chiave nel PIL di ogni nazione, quello immobiliare e che ha visto, più di qualunque altro, i grandi cambiamenti che negli ultimi decenni hanno trasformato l’Italia in quella che conosciamo ora.

Siamo nati nel lontano 1958, lontano nei costumi, nelle abitudini dei consumatori e nelle aspettative; la guerra, quella vera, che ci aveva colpito, affondato ed occupato, era finita da poco e i suoi orrori erano ancora negli occhi di chi le era sopravvissuto.

Quando la nostra storia ha avuto inizio c’era un’Italia claudicante, tanto nelle risorse quanto nello spirito; ma si stava rialzando, spinta da un cronico bisogno di emergere e con il miracolo economico italiano che aveva proprio agli inizi degli anni ’50 la sua epifania: la crescita e la ridistribuzione della ricchezza, la nascita di nuove categorie merceologiche e l’immediato bisogno di conforti o “comforts”, spinti anche dall’impulso di un’America che non ci avrebbe poi più lasciato, spingeva i tassi di sviluppo a ritmi impensabili ancora oggi.

 

 

Così, con frigoriferi, lavatrici e Fiat 600, gli italiani risalivano la china, mentre le città si ingrandivano introducendo nuovi concetti urbanistici fino ad allora sconosciuti, come le periferie, nate proprio per sopperire all’incessante necessità immobiliare dell’enorme flusso di abitanti che fuggiva dalla miseria delle campagne circostanti, zone che oggi sul mercato immobiliare di Roma potremmo definire appena periferiche.

All’epoca, molti di coloro che vendevano case si arrangiavano, facilitati da un sistema senza regole. Sono ancora nei ricordi dei nostri clienti storici, all’epoca ragazzi, che raccontano di decine di venditori organizzati su file di banchi di scuola, ricevere proposte da clienti che questi immobili, per la gran parte, non li avevano neanche mai visitati. Passaparola, “stecca”, segnalazione, erano i termini che regolavano le compravendite, con l’austera figura notarile, unica garante di transazioni così importanti.

 

 

Altri invece, come succede in ogni settore, hanno iniziato un lungo percorso di professionalizzazione, stabilendo un sistema di regole etiche che con grande senso di responsabilità, ormai negli anni ’80, sarebbero diventate il corpus della prima vera regolamentazione della figura del mediatore immobiliare. Così, ditte individuali, familiari, quale la nostra, compivano quel balzo evolutivo in strutture organizzate.
Nuovi e sconosciuti termini esordivano nella nostra sala riunioni: marketing e pubblicità cominciavano ad inquadrare la nuova filiera commerciale, e con essa l’abbozzo di inedite figure professionali legate allo svolgimento della professione.

 

Tuttavia, ancora negli anni ’90 e all’inizio del nuovo millennio, il passaparola, il volantinaggio e il porta a porta erano i mezzi pubblicitari d’eccellenza per vendere o affittare casa, dimostrando tutti i limiti di un sistema che, solo pochi anni dopo, avrebbe selezionato, alla maniera di Darwin, solo chi si sarebbe dimostrato capace di cavalcare le nuove tecnologie. Televisione e radio non avrebbero mai immaginato di essere spodestate dai nuovi sistemi di comunicazione che, inesorabili, avrebbero sovvertito le abitudini dei clienti.

Internet, con la sempre crescente velocità di connessione, stava cambiando i criteri di scelta dei consumatori, poiché le case potevano essere viste su uno schermo prima ancora di visitarle fisicamente, ed operare una selezione a monte, impensabile solo pochi anni prima. E con ciò, il flusso di informazioni cresceva, aumentandone il bisogno nei clienti.

Bisognerà aspettare il 2007, annus horribilis, epicentro temporale dell’esplosione della bolla immobiliare americana per rendersi conto che non si sarebbe potuto operare il cambiamento senza una rivoluzione. Gli agenti immobiliari che quel cambiamento lo hanno sottovalutato, o peggio ignorato, sono stati costretti ad abbandonare la professione.

Arriviamo ad oggi: la casa non è più quel bisogno abitativo ancestrale di cinquanta anni fa, molti ne posseggono più di una, altri riescono a comprare per investimento, regalarla ai figli e nell’immaginario di questi molti fortunati – e di quelli che la fortuna se la sono saputa costruire – si declina da bene primario a bene emozionale: l’annuncio immobiliare a cui erano abituati, asciutto, scarno, il solito due-camere-cucina-soggiorno non basta più, annoia.

Il cliente ha bisogno di essere ispirato, di immaginare, di sentire propri gli ambienti della casa e il contesto in cui è inserita. Le parole fanno così da supporto alle immagini in alta risoluzione, quasi a farle divenire tridimensionali per creare sensazioni nuove ma al contempo familiari.

 

 

Indicizzazione, keyword, posizionamento, ecco i nuovi must che precedono tutto il lavoro di quegli agenti immobiliari che sono stati capaci di evolversi, con un compito assai più difficile di quello di aprire porte e finestre prima delle visite: il Gallo Cedrone interpretato da Carlo Verdone del ’98 ma ambientato negli anni Settanta, non è che uno sbiadito e grottesco ricordo.

Essere sempre visibili e raggiungibili in un mondo in cui il concetto di “comunque e dovunque” fa parte del vivere quotidiano, diventa la nuova sfida. Sfida che noi abbiamo voluto accettare e rilanciare, implementando fin dall’inizio i nuovi mezzi e codici di comunicazione, rendendoli parte fondamentale del nostro processo comunicativo.

La nostra azienda, che tutti questi cambiamenti li ha visti, e più volte invocati, capendo l’importanza epocale di tenersi aggiornata e investendo risorse e tempo in un costante processo di aggiornamento, è rimasta sempre e comunque fedele allo spirito che l’ha fondata. Non importa quante agenzie in franchising apriranno (e statisticamente chiuderanno) nella strada a fianco.

Chi si occupa del marketing da noi lo sa bene: non basta inserire un annuncio su Immobiliare.it per essere visibili. L’immobile, la sua storia, il suo contesto, i suoi pregi e i suoi difetti, devono essere tutti attentamente studiati per trovare, nel più breve tempo possibile, chi lo acquisterà. Le fotografie e le descrizioni veicoleranno velocemente gli appartamenti, gli attici e le ville sul web, ma prima dei meri dati descrittivi, saranno la loro immagine e il loro fascino ad essere percepiti.

Immobiliare.it e i suoi competitors sono senz’altro ottime vetrine, soprattutto sui mercati esteri in cui è difficile penetrare, ma dietro ad un semplice click ci sono ore di lavoro certosino, quello del sarto che confeziona l’abito della vita. I nostri servizi fotografici, ad esempio, non vengono commissionati ad altri e sono preceduti da una attenta preparazione degli ambienti. Allo stesso modo, le parole che verranno scritte per descriverli saranno scelte con cura e attenzione, in modo da catturare l’immaginazione di chi legge, senza ingannarla.

 

E i nostri clienti, molti dei quali ci affidano interi patrimoni dal quel fatidico 1958, o i loro figli e nipoti, lo sanno. Sanno anche che siamo sinceri, franchi e fattivi, che non possiamo ignorare i cambiamenti del mercato e che non prendiamo a tutti i costi in carico immobili solo per averli in portafoglio.

La nostra rivoluzione sta in questo, nel mantenere il retaggio di chi la storia l’ha fatta, avendo avuto il coraggio di rimanere indipendente e con il timone fermo anche durante le tempeste più difficili, guardando sempre al futuro con gli occhi di chi, da quasi sessanta anni, sa regalare “Wow Effects” ai propri clienti.

Let us entertain you!

 

Class & Country Homes, dal 1958 Immobili di Prestigio