Ippoterapia e riabilitazione equestre

Scopriamo qualcosa in più sull’ippoterapia e la riabilitazione equestre.

L’equitazione è una disciplina con tantissimi effetti benefici che investono in toto la persona. Il rapporto con il cavallo e la pratica dello sport infatti consente di percepire meglio il proprio corpo, allevia stress e ansia, migliora la visione del mondo e conferisce una sensazione di pace e libertà, derivata dal contatto con l’animale.

Nel corso dei secoli il cavallo ha accompagnato l’uomo nella sua evoluzione, diventando da compagno di lavoro a fulcro della ippoterapia. Di cosa si tratta? Questo termine significa letteralmente “curare tramite il cavallo” e gode del sostegno di numerose ricerche e pubblicazioni scientifiche che ne hanno comprovato l’efficacia. L’equitazione infatti può aiutare a curare moltissimi disturbi fra cui quelli legati a disabilità motorie.

La riabilitazione equestre, in particolare, viene consigliata per soggetti con invalidità fisiche o disturbi psicologici. Più volte è stato dimostrato come il contatto con il cavallo sia utile per coloro che soffrono di Sindrome di Down e autismo, ma anche per i pazienti che richiedono un recupero psicomotorio.

Ippoterapia: Riabilitazione equestre

La riabilitazione equestre è molto più di una terapia. Si tratta un percorso che può apportare benefici là dove tutti gli altri hanno fallito. A colpire è, prima di tutto, l’habitat in cui si svolge. All’aperto, in un maneggio, in un ambiente che è “demedicalizzato”. Nessuno indossa camici e i pazienti sperimentano da subito la forza del contatto con il cavallo e del potere di un contesto immerso nella Natura. Da questo punto di vista dunque la persona che pratica la riabilitazione equestre non ha percezione di essere sottoposto a una terapia tradizionale, ma di praticare uno sport, con nuovi stimoli e sensazioni positive.

Per chi è adeguata la riabilitazione equestre? Si tratta di una terapia che è stata studiata e pensata per soggetti che sono affetti da patologie psichiche e neuromotorie. Può inoltre aiutare a contrastare stati depressivi e di ansia, problemi che sono emersi e hanno interessato moltissime persone soprattutto dopo il lockdown e la pandemia di Coronavirus.

Fra le patologie neuromotorie che possono essere curate con un percorso di riabilitazione equestre troviamo paralisi celebrali infantili, sindromi da lesioni cerebrali, disturbi della regolazione di tono muscolare, disturbi della coordinazione, impaccio motorio e disprassia. Per quanto riguarda le patologie psichiche le malattie su cui si può lavorare sono ritardo mentale, disturbi da deficit d’attenzione, disturbi cognitivi e comportamentali, patologie psichiatriche e disturbi dello sviluppo neurobiologico (ad esempio l’autismo).

Ippoterapia: i benefici neuro-motori

L’obiettivo della riabilitazione equestre è quello di portare la persona che soffre di una disabilità neuro-motoria, a superare le difficoltà e regalargli la libertà tanto agognata. Il movimento del cavallo, con la sua andatura, riveste infatti un ruolo chiave. L’animale, con un moto sinusoidale e tridimensionale, riproduce quello dell’uomo. Questo significa che, i pazienti che non hanno mai camminato seguendo degli schemi corretti, quando sono a cavallo sperimentano una deambulazione corretta. Ne consegue un beneficio per bacino, tronco, arti superiori e capo, con la stimolazione di reazioni di equilibrio.

Il lavoro effettuato con la riabilitazione equestre, garantisce anche miglioramenti al livello muscolare dal punto di vista della tonificazione muscolare e della postura. I sistemi muscolari subiscono uno sviluppo globale e armonioso, il bacino si stabilizza, grazie alla postura in sella, mentre le spinte prodotte dal cavallo nelle andature raddrizzano il tronco.

Ippoterapia: i benefici neuro-psicologici

I benefici riguardano anche l’aspetto neuro-psicologico e derivano sia dal legame fra cavallo e uomo sia dall’ambiente in cui si svolge la riabilitazione equestre. La relazione che si instaura fra l’animale e il paziente è unica nel suo genere. Il cavallo infatti ha una grandissima sensibilità che gli consente di comprendere da subito gli stati d’animo della persona, instaurando una relazione profonda ed empatica. Da subito si verifica un miglioramento nella qualità dei rapporti interpersonali e della comunicazione verbale. Nella riabilitazione equestre inoltre il prendersi cura del cavallo gioca un ruolo. Il concetto di lavorare per il benessere dell’animale, spinge la persona ad apprendere delle nozioni particolari, sollecitando l’autostima e l’indipendenza.

Dal punto di vista neuro-psicologico dunque la riabilitazione equestre stimola la comunicazione verbale e non verbale, migliora la qualità dei rapporti interpersonali e la capacità di rispettare le regole. Favorisce l’integrazione sociale, potenzia le abilità cognitive di base quali il problem-solving, la creatività, l’attenzione e la memoria. Aiuta a sviluppare autostima e una immagine positiva di sé, accrescendo il senso di responsabilità.

Ippoterapia: Equitazione paralimpica

Inizialmente praticata per la riabilitazione dei pazienti disabili e al recupero delle capacità fisiche e psicologiche, l’equitazione paralimpica negli anni Settanta è divenuta un vero e proprio sport. Nel 1984 si sono svolte a New York le prime gare internazionali di dressage, mentre nel 1996 si è realizzato il debutto alle Paralimpiadi di Atlanta. Oggi sono 40 i Paesi che esercitano l’equitazione paralimpica nel mondo. L’equitazione paralimpica è uno sport diretto dalla FEI (International Federation for Equestrian Sports) e include il para-dressage, che equivale all’equitazione tradizionale, ma si adatta sotto alcuni aspetti alle persone con disabilità.

Ippoterapia

Con ippoterapia si intende nello specifico la fase che è caratterizzata dal primo approccio con l’animale. Il cavallo, grazie al suo carattere docile, alla sua empatia e a un atteggiamento mai passivo, riesce a entrare in contatto con la persona. La sua andatura modulabile e ritmica, crea un legame che diventa prima fisico, poi emotivo. Portando alla rottura di alcuni schemi patologici, come l’aggressività, l’isolamento o i movimenti stereotipati. A seconda dei vari casi, i soggetti che sperimentano l’ippoterapia si prendono cura del cavallo a terra, accettano di montarlo tramite l’aiuto di un operatore, entrando in rapporto con l’animale.

Rieducazione equestre

La rieducazione equestre presuppone un approccio maggiormente attivo verso il mondo dell’equitazione. Portando benefici che investono diverse aree cognitive, psicomotorie e relazionali. Educazione e rieducazione sono al centro di questa fase in cui ogni piccolo gesto diventa un modo per fare progressi e cancellare la negatività. Pensiamo alla pulizia del cavallo e alla cura dei finimenti, che implicano una abilità manuale, alla comunicazione con il cavallo, frutto di sensazioni e gesti che si possono riproporre nei rapporti interpersonali.

La rieducazione equestre a sua volta prevede due momenti. Il primo, denominato di avvicinamento, prevede la conoscenza dei finimenti, delle parti anatomiche del cavallo, degli strumenti di pulizia. La persona inizia a creare un rapporto con l’animale, imparando a rispettarlo e a prendersene cura. Si iniziano ad apprendere i comandi semplici e la terminologia. Nella seconda fase, detta di apprendimento, si realizzano figure e movimenti più complessi, lavorando anche in gruppo e rinsaldando il legame con il cavallo. Il lavoro si basa sull’equilibrio, sul tono muscolare, il ritmo e la postura.

Ippoterapia: Equitazione presportiva

Con l’equitazione presportiva il soggetto sviluppa la piena consapevolezza dell’equitazione vista come disciplina sportiva con tutto ciò che ne consegue. Emergono dunque prestazione e competitività, ma soprattutto la necessità di creare un rapporto unico e speciale con il cavallo, i lavori legati all’animale e alla vita nel maneggio.

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